lunedì 19 gennaio 2009
Questione di carattere.
Leggo Rolling Stone e trovo un interessante articolo su Apple. Al di là dello stupore (non me l'aspettavo proprio) sono rimasto molto colpito da una cosa. L'articolo era in pratica un'intervista a Jonathan Ive, senior vice-president of Industrial Design at Apple (per intenderci, se i vostri iPhone, iPod, iMac, Powerbook G4 hanno quella forma è perchè l'ha deciso lui). Dice che nel suo ufficio ci sono cose talmente particolari che non possiamo neanche immaginarle, che il futuro ci riserva molte sorprese, che molto spesso lui e il suo team devono abbandonare un progetto perchè è troppo futuristico e sono costretti ad aspettare che la tecnologia ne permetta la costruzione. Spiega come ogni angolo di ogni prodotto Apple non sia lì per caso, che ogni cosa ha una sua funzione. E' convinto che ogni oggetto si debba spiegare da solo, che ognuno non debba star lì a impazzire per capire come funziona. Se ci avete fatto caso infatti le istruzioni nella confezione di un iPod praticamente non ci sono, e io che li vendo non ne ho mai viste neanche in un Mac qualsiasi. Questo signore è uno che non voleva dire all'intervistatore che macchina avesse per non passare per quello che se la tira (per la cronaca, un'Aston Martin che costa parecchi zeri). Per lui l'apparenza deve essere funzionale. Anche per questo le "cose di Apple" sono fatte così. Questione di carattere.
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